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venerdì 21 giugno 2013

BRICS: creano una Banca anti-FMI e Banca Mondiale

I 5 Paesi del BRICS daranno 50 miliardi di dollari per lancio della Banca anti-FMI e Banca Mondiale – Cina e Brasile: metà dei loro scambi commerciali senza uso del dollaro – Attuale equilibrio del potere globale è impraticabile.
I ministri delle finanze dei Paesi BRICS, Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa, si sono incontrati a Durban, in Sud Africa, per il quinto vertice dei BRICS, il 26-27 marzo 2013.
“Non molto tempo fa abbiamo discusso la creazione di una banca di sviluppo…
Oggi siamo pronti per il lancio“, ha detto il presidente sudafricano Jacob Zuma.
Il gruppo BRICS ha presentato la nuova banca di sviluppo, che mira a rompere il monopolio detenuto dalle istituzioni finanziarie occidentali. “E’ fatta”, ha detto Pravin Gordhan, ministro delle Finanze sudafricano, aggiungendo che “abbiamo fatto ottimi progressi” nella creazione di un’agenzia analoga alla Banca Mondiale (BM) e al Fondo Monetario Internazionale (FMI). “Il fatto che in un anno sia possibile avviare un’idea e metterla a punto, con cinque Paesi diversi che decidono di averne stabilito la fattibilità e la sostenibilità, è un progresso fenomenale che raramente si è visto nel mondo“, ha detto Gordhan.

La BRICS Development Bank venne proposta dall’India al vertice dello scorso anno, in risposta alle critiche da parte delle nazioni in via di sviluppo verso gli attuali creditori come la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale, dominati dai governi occidentali. “Abbiamo deciso di istituire la Nuova Banca di Sviluppo. L’apporto di capitale iniziale dovrebbe essere sostanziale e sufficiente per un efficace finanziamento delle infrastrutture“.

La nuova banca disporrà di riserve in divisa e di fondi per il finanziamento dei progetti di sviluppo, al fine di soddisfare le esigenze delle economie emergenti e povere. Secondo l’accordo, le due più grandi economie dei BRICS, Cina e Brasile, hanno accettato di condurre la metà dei loro scambi commerciali senza utilizzare il dollaro. Ciascuna delle cinque nazioni BRICS contribuirà fino a 10 miliardi di dollari nel lancio della Banca per lo sviluppo, che opererà con monete nazionali invece di usare una moneta unica, utilizzando anche accordi commerciali bilaterali e multilaterali.

I Paesi BRICS dichiarano, inoltre, che l’attuale equilibrio del potere globale è impraticabile, mentre le istituzioni come Banca Mondiale, FMI e Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sono irrilevanti davanti ai problemi dell’economia globale.

I leader di Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa hanno anche ratificato due accordi: un accordo multilaterale per il cofinanziamento infrastrutturale per l’Africa, e uno per la cooperazione multilaterale nel co-finanziamento dello sviluppo sostenibile. Uno dei risultati più importanti del vertice di quest’anno è la formazione di un nuovo Consiglio per gli affari dei BRICS composto da cinque membri per ciascuno dei Paesi membri. Il Consiglio si riunirà due volte all’anno e presenterà una relazione in ciascuna delle riunioni annuali dei BRICS.

“Il Consiglio servirà da piattaforma per rafforzare e promuovere i legami economici, commerciali e d’investimento tra le comunità imprenditoriali dei cinque Paesi BRICS“, ha detto il presidente sudafricano Jacob Zuma. Gli obiettivi chiave del Consiglio sono il rafforzamento delle relazioni commerciali, lapromozione dei rapporti commerciali, del trasferimento tecnologico e della cooperazione nei settori bancario, dell’economia verde, dellaproduzione e dell’industrializzazione.

Zuma ha detto che vuole vedere “progetti concreti e pratici quando ci incontreremo al prossimo vertice, in Brasile.” “Le opportunità sono immense. Ora è il momento per il Consiglio degli affari dei BRICS di concludere accordi privati e programmi di cooperazione.” Kirill Dmitrev, direttore generale del Fondo di investimenti diretti russo e componente del nuovo Consiglio, ha detto che il “Business Council dei BRICS è una piattaforma molto pratica per sviluppare e portare avanti progetti specifici tra i Paesi membri.” Lal Naina Kidwai, presidente della Federazione indiana delle camere di commercio e industria e capo della delegazione economica indiana al vertice BRICS, ha dichiarato che il Consiglio “seguirà un lungo cammino per il rafforzamento dell’impegno tra le comunità affaristiche“.

In poco più di un decennio, il PIL combinato dei BRICS è cresciuto da circa 3.000 miliardi di dollari a più di 13.000 miliardi. Gli investimenti diretti esteri nelle cinque nazioni sono più che triplicati negli ultimi dieci anni, fino a una cifra stimata di 263 miliardi, nel 2012. Mentre gli scambi intra-BRICS sono saliti da 27 miliardi nel 2002 a 282 miliardi nel 2012.

I leader dei BRICS avevano discusso l’idea di una rete di sicurezza finanziaria, in una riunione tenutasi a margine del vertice G20 di Los Cabos, in Messico, nel giugno 2012. In quel momento, i leader dei BRICS incaricarono i loro ministri delle finanze e le rispettive banche centrali di esplorare la possibilità di stabilire un Accordo di Riserva Contingente (CRA) tra i cinque Paesi. In un comunicato i leader dei BRICS hanno riferito che le loro squadre hanno concluso un accordo per “l’istituzione di una riserva contingente autogestita che avrebbe un positivo effetto cautelativo, aiutando i Paesi BRICS ad impedire eventuali pressioni a breve termine sulla liquidità, poter ricorrere al sostegno reciproco e rafforzare ulteriormente la stabilità finanziaria“.

I cinque leader, inoltre, hanno auspicato la costituzione di un fondo iniziale di 100 miliardi di dollari. “La suddivisione dei 100 miliardi di dollari è la seguente: Cina 41 miliardi, Sud Africa 5 miliardi di dollari e tutti gli altri Paesi 18 miliardi di dollari.” I BRICS detengono un totale di riserve in valuta estera di 4.400 miliardi dollari, di cui 3.000 miliardi detenuti dalla sola Cina.

Infine, i Paesi BRICS hanno espresso la loro preoccupazione per la situazione in Siria. “Esprimiamo la nostra profonda preoccupazione per il deterioramento della sicurezza e della situazione umanitaria in Siria e condanniamo le crescenti violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario, come le continue violenze.” Riaffermando la loro “opposizione a qualsiasi ulteriore militarizzazione del conflitto“, sostengono che la soluzione alla guerra in Siria, deve passare attraverso gli accordi di Ginevra del 30 giugno 2012, adottati dai ministri degli Esteri dei principali Paesi coinvolti nelle vicende della Siria, frutto dei difficili negoziati del ministro russo Sergej Lavrov, che prevedono anche un processo di transizione politica, ma senza mettere in questione il futuro del presidente siriano Bashar al-Assad.

I BRICS hanno anche chiesto alle parti interessate di consentire alle organizzazioni umanitarie di intervenire. Per quanto riguarda l’Iran, i BRICS hanno espresso la loro preoccupazione per il rischio di un’escalation militare, mentre gli Stati Uniti e Israele minacciano Teheran. “Crediamo che non ci sia alternativa ad una soluzione negoziata della questione nucleare iraniana. (…) Siamo preoccupati dai rischi di un’azione militare e dalle sanzioni unilaterali“, hanno dichiarato i leader dei cinque Paesi. “Riconosciamo il diritto dell’Iran ad utilizzare l’energia nucleare per scopi pacifici nel quadro degli obblighi internazionali, e a risolvere i problemi con mezzi politici e diplomatici e attraverso il dialogo“.

Il blocco americanista-occidentale (BAO) reagisce in modo molteplice a questo processo di consolidamento dei BRICS, sia alimentando il terrorismo in Siria, e sia aggredendo l’isola di Cipro, che ha stretto legami bancario-finanziari con l’economia russa. Non vanno escluse però le tensioni esistenti all’interno del BAO, che si riflettono all’interno dei governi di singoli Paesi occidentali. Ad esempio, in Italia, dove il premier Mario Monti, legato agli interessi tedeschi, ha liquidato il ministro degli esteri filo-statunitense Giulio Terzi di Santagata, spingendolo alle dimissioni tramite la trappola dei fucilieri del Maribatt San Marco agli arresti in Kerala, Stato dell’Unione Indiana.

Terzi era anche uno dei più accesi fautori di un massiccio ulteriore armamento dei terroristi della legione islamista-atlantista all’opera in Siria. Berlino, che detta la linea al morente governo Monti, non ha di certo intenzione di inasprire i rapporti con i suoi due più importanti partner economici mondiali, Russia e Cina. Rapporti intaccati dall’azione tedesca, ovvero della BCE, sia in Grecia che a Cipro. Inoltre, Monti agisce anche per impedire che l’altra pedina di Washington,all’interno del governo, l’ammiraglio Di Paola, possa essere nominato al vertice di Finmeccanica, per procedere a una sua definitiva liquidazione a vantaggio degli interessi industriali statunitensi.

Nell’UE, nell’ambito del costrutto artificiale europeo, è scattata una guerra sotterranea tra varie forze strategiche, come dimostra la perquisizione della polizia della residenza di Christine Lagarde, direttrice attuale del FMI, accusata di aggiotaggio finanziario riguardante la banca Credit Lyonnais.

Fonte: A. Lattanzio – Selvasorg.blogspot.it

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