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martedì 18 giugno 2013

La polizia ammette: a Boston erano state pianificate esercitazioni antiterrorismo.

Di seguito traduco gli stralci più interessanti dell’articolo  Police response training planned, but bombs hit first (ovveroL’esercitazione di reazione della polizia è stata pianificata, ma le bombe sono scoppiate prima) scritto da Maria Cramer e pubblicato l’8 giugno 2013 sull’edizione on line del media statunitense Boston Globe e reperibile al link:
Tale articolo conferma i numerosi sospetti (vedi anche qui) sull’attendibilità della versione ufficiale: possibile che ogni volta che ci sia un attentato (11 settembre 2001, Londra, Boston …)  puntualmente si scopre che forze dell’ordine stavano organizzando un’esercitazione antiterroristica nel medesimo luogo e in periodo di tempo molto prossimo ad esso o addirittura concomitante?  La statistica mostra cheparlare di coincidenze è impossibile.
Per altro, sebbene le forze dell’ordine, dietro la pressione della gente insospettita, ha ammesso che l’esercitazione si sarebbe dovuta svolgere due mesi dopo l’effettivo attentato,  le informazioni rilasciate al Boston Globe confermano una precedente testimonianza oculare di chi ha visto cani anti-bomba e squadre speciali anti-bomba che eseguivano una perlustrazione durante la mattina della maratona di Boston. Siamo sicuri che l’esercitazione, prevista in un periodo successivo, non prevedesse anche qualche altra prova preliminare proprio per il giorno dell’attentato?
Anche l’autrice dell’articolo non può fare a meno di notare quelle che chiama “inquietanti somiglianze” tra l’esercitazione e “l’investigazione della polizia che ha portato alla cattura dei sospetti attentatori della maratona di Boston“.
Il logo della Craft recita: “A dispetto di quanto ti ha detto tua madre … la violenza risolve i problemi”
Risulta davvero incredibile poi la notizia che il finto gruppo terroristico di estrema destra che doveva realizzare gli attentati nel corso dell’esercitazione avrebbero avuto come logo  un teschio di metallo col cappello alla Uncle Sam [tipico copricapo a cilindro decorato a stelle e strisce] . Le coincidenze cominciano ad essere veramente troppeDa tempo gli attivisti che denunciano la responsabilità governativa nell’attentato alla maratona di Boston hanno fatto notare come in quella circostanza siano stati fotografati uomini della sicurezza con cappellini con il logo di un teschio.
Incredibilmente quel logo “inventato” dai pianificatori dell’esercitazione si è rivelato il logo della società di sicurezza priva internazionale Craft (per verificare basta andare sul sito dell’agenziahttp://www.thecraft.com/   dove si trova pure una pagina dedicata al cappello http://www.511craft.com/All-Products/Accessories/Hats/Craft-Hat.html).



 

L’esercitazione di reazione della polizia è stata pianificata, ma le bombe sono scoppiate prima
Lo scenario era stato pianificato attentamente: un gruppo teroristico preparato per colpire un gran numero di persone intorno a Boston avrebbe lasciato zainetti ripieni di esplosii a Faneuil Hall, il Distretto del Porto Marittimo (Seaport District), ed in altre città, in modo da diffondere un’ondata di panico e di paura. Gli investigatori avrebbero dovuto trovare i colpevoli.
Mesi di scrupolosa pianificazione erano stati impiegati per preparare l’esercitazione denominata “Operazione Scudo Urbano” che mirava ad addestrare dozzine di investigatori nell’area di Boston per lavorare assieme per sventare una minaccia terroristica. Secondo una copia dei piani ottenuti dal Boston Globe all’ipotetico gruppo terroristico era stato dato pure un nome: Liberi Cittadini Americani (Free America Citizens) un gruppo di miliziani appartenente agli stessi Stati Uniti, il cui logo sarebbe un teschio metallico dall’espresisone furiosa e con indosso un cappellino alla Uncle Sam.
(…)
Ma due mesi prima della data prevista per lo svolgimento dell’esercitazione, la città fu colpita da un reale attacco terroristico
(…)
Agenti di una dozzina di agenzie si erano riuniti per mesi al fine di pianificare lo scenario. Si erano comportati un po’ come dei produttori di film, recrutando studenti della Northeastern University e dell’Accademia di Polizia di Boston che facessero le parti dei terroristi e dei testimoni.
(…)
La trama di base era questa: membri del gruppo Liberi Cittadini Americani volevano valutare la risposta della polizia alla minaccia di una bomba. Avrebbero disseminato finti ordigni quindi sarebbero rimasti nei paraggi per osservare e registrare l’attività degli artificieri e degli investigatori, in prospttiva di realizzare in seguito un attacco più serio.
(…)
L’esercitazione pianificata presenta inquietanti somiglianze all’investigazione della polizia che ha portato alla cattura dei sospetti attentatori della maratona di Boston, Tamerlan e Dzhokhar Tsarnaev, le cui immagini sono state catturate dalle telecamere e che sono stati catturati dopo un inseguimento in automobile ed una sparatoria con la polizia.
Nello scenario dell’esercitazione gli investigatori partecipanti all’Operazione Scudo Urbano avrebbero dovuto rintracciare i filmati degli attentatori ripresi dalle telecamere di sorveglianza stradale e dai cellulari dei “testimoni”.
(…)

Nello scenario, i terroristi sarebbero sfuggiti alla polizia guidando automobili rubate raggiungendo alcune località fuori Boston, il che avrebbe costretto investigatori di differenti giurisdizioni a cooperare e condividere le informazioni ai fini dell’indagine.
(…)

Fiandaca, il portavoce della polizia, ha rifiutato di dire quale potrebbe essere un nuovo scenario di esercitazione.

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