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sabato 15 giugno 2013

Rischio concreto di confisca dell’oro


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Non e’ da escludere. Possibile che Ue e governo Usa abbiano gia’ deciso la confisca. Allo studio un piano da implementare in coincidenza con un prezzo specifico.
NEW YORK (WSI) – E’ a tutti gli effetti possibile che il governo Usa e ipoteticamente l’Unione Europea abbiano gia’ deciso una confisca dell’oro. Stando alle previsioni di un gruppo di analisti Usa, il governo americano e le autorita’ europee avrebbero gia’ studiato un piano da implementare in coincidenza con un prezzo specifico.
La maggiore minaccia per gli investimenti in oro e argento non e’ rappresentata dalle speculazioni aggressive dei maggiori fondi mondiali, come si sarebbe portati a pensare, bensi’ dai governi di Usa ed Europa, che potrebbero ritirarlo dalle tasche dei cittadini piu’ benestanti. Almeno questa e’ l’opinione degli analisti finanziari del settore minerario ed energetico di Casey Research.
Finora i dibattiti su una simile eventualita’ “estrema” non sono mancati, ma si sono fermati all’assunzione che il pericolo e’ comunque lontano nel tempo, come qualcosa che va preso in considerazione, indubbiamente, ma in futuro.
I migliori consulenti finanziari al mondo adducono due motivazioni alla loro tesi, secondo cui l’oro non sara’ confiscato presto. In primis, perche’ significherebbe che il governo riconosce il grande valore che ha il metallo prezioso, rivedendo la sua posizione ufficiale. In secondo luogo, il fatto che le autorita’ incontrerebbero una resistenza molto piu’ feroce rispetto a quella che incontrarono nel 1933.
Il riferimento e’ all’anno in cui Franklin Roosevelt, appena insediatosi alla Casa Bianca, creo’ il famigerato Emergency Banking Act, misura d’emergenza per far uscire l’America dalla crisi finanziaria, con la quale veniva imposto che tutto l’oro detenuto dai cittadini (esclusa la gioielleria personale) venisse consegnato alle banche.
Se un evento simile dovesse ripetersi, il cittadino medio sarebbe travolto da sentimenti contrastanti.
Felice di vedere che i pochi “ricchi cattivi” vengano finalmente puniti, da una parte, ma al contempo preoccupati dall’idea che il governo sia in grado di compiere una sorta di furto – e di tale portata – con la forza, nella paura che loro potrebbero essere i prossimi della lista, come ci insegnano i momenti di panico a Cipro, successivi alla minaccia dell’imposizione di un prelievo forzoso per tutti i correntisti.
In generale, e’ sempre nell’interesse del governo implementare la confisca in un periodo di relativa calma (dopo il prossimo crollo dei mercati, ad esempio). Solo dopo che il cittadino si sara’ reso conto che ci troviamo in una crisi seria caratterizzata da una fase di depressione economica.
A quel punto il 99% sara’ ben contento di far pagare gli “avari ricchi” per la crisi causata da un sistema finanziario pieno di falle. E si disinteressera’ dei dettagli e dei modi con cui questo avviene, perche’ avranno poco da perdere e quasi tutto da guadagnare.

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