«Ci stiamo muovendo verso una società sempre più elettronica, in cui tutti i nostri movimenti saranno tracciati», ammette Mary Cummings, dell’Humans and Automation Lab presso il Mit. Gli esperti prevedono che ci saranno 30.000 droni di sorveglianza nei cieli americani entro il 2020, a seguito della legge approvata lo scorso anno dal Congresso, che consente l’uso di droni spia-sul suolo nazionale americano. Droni che «sarebbero una piattaforma ideale» per super-sensori come “Argus-Is”, videocamera di sorveglianza da 1,8 miliardi di pixel, capace di “vedere” oggetti minuscoli, anche solo di 15 centimetri, da un’altitudine di almeno seimila metri. «Ci piacerebbe che “Argus” sorvegliasse un’area fissa per 24 ore al giorno, 7 giorni alla settimana», dice il suo inventore, Yiannis Antoniades, della Bae Systems, l’azienda che ha sviluppato questa tecnologia di spionaggio di massa: è lo “sguardo permanente” dalla Darpa, la “Defense Advanced Research Projects Agency” del governo di Washington.
«Attraverso l’uso di 368 videocamere da cellulari da cinque megapixel – spiega Paul Joseph Watson in un servizio su “Infowars” ripreso da “Megachip” – il sistema può essere adattato a un velivolo telecomandato e si può perfino progettare di incorporarlo all’interno del prototipo di drone solare Eagle, in grado di restare in volo per anni». Lo stesso Antoniades descrive il modo in cui il sistema “Argus” equivale ad avere «fino a 100 droni di tipo Predator che controllano insieme un’area grande quanto un media città».
E attenzione: il sistemapuò tracciare qualsiasi oggetto in movimento in un’area di 38 chilometri quadrati: «Chiunque cammini per strada, perfino qualsiasi uccello in volo nel cielo, nonché oggetti sul terreno di appena 15 centimetri». Qualunque cosa si muova viene automaticamente identificata: «Puoi vedere gli individui che attraversano la strada, o quelli che camminano nei parcheggi», spiega Antoniades. «C’è in effetti abbastanza risoluzione da poter vedere le persone che muovono le proprie braccia e notare quali abiti indossino».
Il sistema, aggiunge Watson, può archiviare un milione di terabyte di video al giorno, ovvero 5.000 ore di registrazioni video in alta definizione, mentre invia in tempo reale il filmato a una postazione a terra. “Argus” può «zoomare e vedere fino a un incredibile livello di dettaglio». I particolari del progetto, intrapreso nel 2007, sono stati diffusi solo recentemente, dopo che il governo statunitense ha revocato l’ordine di riserbo, ma il sensore in sé resta materiale “classificato” e quindi non può essere fotografato. Mac Slavo, su “ShtfPlan”, lancia l’allarme: «Considerate questa tecnologia nel contesto degli attacchi extra-giudiziali attuati con i droni, le cui singole azioni sono decise e intraprese da sistemi di intelligenza artificiale in base a parametri che determinano in modo automatico se tu sei o meno una minaccia, e potrete rendervi conto di quanto diventeranno pericolosi dei droni armati con simili sistemi di rilevamento delle immagini».
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