Azzurro-
intenso e profondo. Come il mare o come un cielo sgombro da nubi. Lassù,
nella costellazione della Volpetta, a 63 anni luce da noi, c’è un
pianeta di color cobalto proprio come la Terra. Ma non illudiamoci:
della Terra non ha nient’altro. Perchè HD189733b è in realtà un gigante
gassoso- bollente ed inabitabile, come il nostro Giove.
IL PIANETA BLU, IN UNA ELABORAZIONE GRAFICA DELLA NASA
La scoperta di
questo mondo alieno tutto blu ha comunque qualcosa di eccezionale. È
infatti la prima volta che un telescopio riesce a “vedere” l’esatto
aspetto di un pianeta tanto lontano da noi. “Lo avevamo già studiato in
passato, sia noi che altri team scientifici, ma non eravamo mai riusciti
a determinarne il colore. Ora invece siamo in grado di stabilire come
appare, come se lo avessimo osservato direttamente”, spiega Frèderic
Pont dell’Università di Exeter.
L’equipe di
astronomi ha infatti elaborato i dati provenienti dall’ Hubble Space
Telescope. Ha monitorato la lucentezza della stella ogni volta che il
pianeta orbitando le passava davanti e le ruotava dietro: gli
scienziati hanno così scoperto che i livelli nella parte blu dello
spettro luminoso diminuivano quando HB189733b veniva nascosto dal suo
sole. “Abbiamo così capito che è blu, perchè negli altri colori dello
spettro il segnale resta invece costante”, ha detto Tom Evans, docente
dell’Università di Oxford ed autore di un articolo che sarà pubblicato
in agosto sulla rivista Astrophysical Journal.
La Terra appare
turchese, vista dallo spazio, perchè le molecole dell’atmosfera
terrestre rifraggono solo quell’intervallo di colore. Urano e Nettuno si
mostrano verdazzurri per via della luce riflessa dal metano presente
nella loro irrespirabile aria. Invece, questo nuovo mondo alieno sarebbe
ceruleo in virtù dei silicati contenuti nell’atmosfera. Questo gigante
gassoso ha una temperatura superficiale di 1000 °C: i minerali a base di
silicio, in quel forno, possono condensare in minuscoli granelli
vetrificati trascinati dai venti a 11mila km all’ora. Una tempesta di
vetro decisamente poco gradevole.
“I silicati non
sono l’unica spiegazione possibile, ma sono forse la più probabile.
Potrebbero dare lo stesso effetto anche dei granelli di ferro, oppure
composti di carbonio o di zolfo, ma non ne siamo così sicuri”, dice
Pont. Ma come apparirebbe, osservato da vicino, quell’enorme pianeta-
più grande di Giove- sul quale per ovvi motivi non potremo atterrare
mai? Il ricercatore ha la risposta.
“Guardandolo
dall’alto, in fase di avvicinamento, un ipotetico visitatore lo vedrebbe
di un blu molto carico. Le nuvole potrebbero ricoprirlo in modo non
uniforme, come accade su Urano e Nettuno, se il processo di formazione è
prevalentamente fotochimico, oppure in modo molto strutturato, se la
formazione è di natura termica. Una volta nell’atmosfera, il cielo
sarebbe azzurro e le stelle rosse. E rossa, di notte, apparirebbe anche
l’atmosfera per via del suo intenso calore.”
È stato
possibile individuare il colore di HB189733b perchè esso è molto
massiccio e molto vicino al suo sole: in questo modo quantità
significative di luce si riflettono in lunghezze d’onda visibili. Ma lo
stesso metodo probabilmente non funzionerebbe con un pianeta più piccolo
e in un’orbita più distante, come il nostro, perchè la luce riflessa
sarebbe molto più bassa rispetto a quella emessa dalla stella.
Insomma, quando
troveremo un gemello della Terra, non ne conosceremo l’aspetto e il
colore fino a quando non sarà pronto TESS (Transiting Exoplanet Survey
Satellite), il nuovo telescopio spaziale della Nasa in grado di
analizzare le atmosfere aliene: lancio previsto nel 2017.
SABRINA PIERAGOSTINI
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