Che l’impatto della crisi fosse devastante sul tessuto produttivo italiano si sapeva, ma i numeri e le statistiche aiutano a rendere tangibile l’idea. I numeri questa volta sono della Cerved, gruppo di analisi economico-finanziaria.
Secondo i dati della Cerved, sarebbero ben 23mila le imprese italiane che nel primo trimestre del 2013 hanno almeno un protesto a carico ovvero non riescono a pagare un debito entro una data prefissata. L’incremento annuo è del 12%.
A soffrire è soprattutto edilizia e industria. Sono, infatti, ben 5mila le imprese che rientrano nel settore edilizio ad avere almeno un protesto nel primo trimestre del 2013 con un incremento annuo 13,8%.
Per quanto riguarda l’industria l’incremento è invece del 14,7%. Particolarmente colpiti dalla crisi sembrano essere il settore della filiera auto (+25,8%), della meccanica (+24,9%), del sistema casa (+24,7%) e nel largo consumo (+19,9%). Non sono da meno i settori non manifatturieri come la logistica (+18,7%), la distribuzione (+17,3%) e i servizi non finanziari (+13,1%). In questa ecatombe, gli unici settori che possono definirsi salvi sono quello dei prodotti intermedi (-12,7%) e l’high tech (-7,4%).
E’ interessante notare che, sotto un profilo geografico, il fenomeno colpisce soprattutto il Nord Est (+12%) e il Nord Ovest (+9,9%). Le regioni più colpite, invece, sono il Friuli (+41%), il Trentino (+24,7%) e il Veneto (+19,6%).
Com’era facile aspettarsi a peggiorare sono anche i dati per quanto riguarda latempestività delle imprese a saldare le proprie fatture entro i tempi concordati con i fornitori. La percentuale di imprese “in tempo”, infatti, passa dal 48,2% del primo trimestre 2012 al 45,2% dello stesso periodo dell’anno successivo.
I dati Cerved, inoltre, mettono in luce che sono soprattutto le grandi imprese ad avere un brutto rapporto con la puntualità nei pagamenti. Addirittura nove gradi imprese su dieci, infatti, pagano oltre le date pattuite (in media 90,4 giorni). I ritardi gravi (ovvero oltre due mesi) sono tuttavia molto rari (solo nel 7,3% dei casi). Le PMI sembrano invece essere molto più puntuali. Il 37% delle piccole e medie imprese paga entro i termini pattuiti. Anche in questo caso la percentuale di ritardi gravi è relativamente bassa (7,9%).
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