Secondo la Cia,
questa ondata di rialzi alla pompa rischia di stravolgere
definitivamente il carrello della spesa delle famiglie, prima di tutto
quello alimentare, visto che i costi di trasporto e logistica incidono
fino al 40% sul prezzo finale dei prodotti agroalimentari. Ogni mese più
soldi per benzina ed energia che per pasta, pane e pesce.
Non si arresta l’ondata di rincari estivi dei carburanti e, con la punta di 1,887 euro toccata oggi, un litro di benzina alla pompa arriva a “doppiare” il prezzo di un litro di latte a lunga conservazione (0,89 euro)comprato in un qualsiasi supermercato del Paese. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori.
Questo nuovo susseguirsi di rialzi -avverte la Cia- rischia di stravolgere in maniera definitiva il carrello della spesa delle
famiglie, considerata la stretta correlazione tra costo del trasporto e
listini del cibo al dettaglio: in Italia, infatti, quasi 9 prodotti
agroalimentari su dieci viaggiano su strada per arrivare dal campo alla
tavola e la logistica incide fino al 40 per cento sul prezzo finale al
supermercato.
Ma gli effetti di questi aumenti della benzina sul portafoglio non sono più sostenibili per gli italiani, che già hanno dovuto tagliare di netto la spesa alimentare nei primi mesi dell’anno, con un calo record del 3,4 per cento per
colpa della crisi -ricorda la Cia-. Già adesso in media ogni famiglia
destina quasi il 6 cento della spesa mensile a carburanti ed energia,
mentre ad alimenti “base” come pane e pasta va solo il 3,2 per cento, e
al pesce addirittura solo l’1,7 per cento.
Fonte: controlacrisi.org
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