Il fatto che la pesante azione di licenziamento coinvolga an
che numerosi dirigenti, sottolinea il sindacalista, ''potrebbe indicare che altri tagli, dismissioni e spostamenti in Paesi low cost di attivita' presenti oggi in Italia sono in prospettiva possibili. Anche per questo -aggiunge- e' opportuno che il Governo rilanci una forte politica industriale di settore per entrare in una partita che vede oggi l'Europa, ed in particolare il nostro Paese, tagliata completamente fuori dagli investimenti delle multinazionali dell'Ict; multinazionali che, in questa fase, stanno riportando negli Stati Uniti attivita' strategiche, rimettendo in discussione alcune scelte di delocalizzazione compiute negli anni scorsi''.
Gli investimenti necessari in relazione all'annunciato scorporo della rete Telecom, nonche' lo sblocco dei fondi e delle iniziative legate all'Agenda Digitale, sottolinea Potetti, ''possono invece determinare rapporti diversi con le multinazionali che hanno forti interessi rispetto a queste attivita'. Non dobbiamo permettere che le risorse pubbliche che verranno utilizzate finiscano per produrre utili e lavoro all'estero. Per protestare contro i licenziamenti in Ibm, e rivendicare una forte politica di settore, sono in corso mobilitazioni e iniziative in tutte le citta' dove sono presenti sedi della multinazionale statunitense''.
Fonte: http://www.controlacrisi.org/notizia/Lavoro/2013/6/20/34692-ibm-taglia-8000-posti-in-europa-355-in-italia-per-garantire/
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